sabato 24 luglio 2010

FOGGIA – Torremaggiore: riapre il Punto Primo Intervento del

A seguito dell'incontro avutosi presso la direzione generale della ASL con il Dott. Ruggiero Castrignanò il Sindaco di Torremaggiore, Vincenzo Ciancio, ha ottenuto una disposizione con effetto immediato seconda la quale si riapre il Punto di Primo Intervento dell'Ospedale San Giacomo di Torremaggiore con servizio assicurato dall' equipe medica del 118.
Tale disposizione è già stata ufficializzata a mezzo fax dalla Direzione Generale della ASL FG. Questo risultato premia l'impegno del Primo Cittadino di Torremaggiore, della Giunta, delle Istituzioni tutte, delle Forze Politiche, dei singoli cittadini e delle forze sociali a difesa del Diritto alla Salute così come sancito dalla nostra Costituzione Repubblicana. Grande è stata la soddisfazione espressa dal Sindaco Vincenzo Ciancio.
da Teleradioerre

Insulti al 118: «E' arrivato troppo presto»


Nuova aggressione con rimproveri ed insulti per gli operatori di una squadra del 118, rei questa volta di essere arrivati… troppo presto. E’ accaduto ieri mattina a Palagianello. Un medico di famiglia in visita presso la sua paziente 88enne, in trattamento con trasfusione per un’insufficienza midollare, avendo riscontrato un’anemizzazione acuta, chiama il 118 per un trasporto urgente in ospedale. Da Castellaneta parte un’ambulanza e in 11 minuti (in area extraurbana i soccorsi devono arrivare in 20 minuti - ndr) è al domicilio della donna. Ma gli operatori trovano la sgradita sorpresa di essere insultati ed aggrediti perché, essendo arrivati troppo presto, non hanno consentito ai familiari di preparare la loro congiunta. Accade, purtroppo, anche questo. Giorni fa, infine, i Carabinieri avevano denunciato tre persone sempre per aggressioni al personale del 118.

[mrg]

Fonte: www.lagazzettadelmezzogiorno.it

martedì 20 luglio 2010

Sanità in Puglia Assessore Fiore: peggio di così, non si può


BARI – «Avevamo immaginato una manovra leggera, perchè ci sarebbe piaciuto gestire con enorme prudenza tutta questa materia, in questa fase di grande difficoltà a causa della crisi generale. Ma questo non è stato possibile, il ministero ha imposto tempi di recupero immediati e quindi le soluzioni sono obbligate». Lo ha detto l’assessore regionale pugliese alla Sanità, Tommaso Fiore, illustrando alla competente commissione regionale il cosiddetto 'piano di rientro della sanità».

I provvedimenti «obbligati» – ha spiegato Fiore – sono «riduzione dei posti letto, della spesa farmaceutica e inserimento dei ticket. La Regione Puglia – ha rilevato - rientra nella categoria 'peggiorè di criticità perchè trattasi di Regione in deficit finanziario con in aggiunta la necessità di procedere anche ad un piano di rientro sanitario. Lo sforamento attuale è di 400 milioni di euro ai quali vanno aggiunti i 500 milioni di euro che la Puglia ha già perso del fondo nazionale sanitario». Dopodomani – ha concluso – il governatore, Nichi Vendola, «sarà a Roma per concordare le modalità e chiudere questa partita, con la firma successiva del piano di rientro presso il ministero».

Fiore ha poi detto che «il tasso di ospedalizzazione è una delle maggiori criticità del nostro sistema sanitario, inteso come ricovero, day hospital e attività ambulatoriale» e che si può intervenire per «una dispersione dell’offerta, prendendo in considerazione una razionalizzazione di quegli ospedali che risultano avere dai 50 ai 70 posti letto. Tenete presente che un posto letto costa 206 milioni di euro all’anno. Altro argomento – ha aggiunto l’assessore – lo splafonamento della spesa farmaceutica: lo sforamento negli ospedali è un fatto strutturale laddove incidono le patologie rare e le malattie tumorali. Sulla farmaceutica dobbiamo attivare un modello più virtuoso, noi avevamo pensato di prendere il modello della Bat che è una provincia morigerata, almeno rispetto alla media nazionale, ma anche in questo caso la nostra soluzione non è piaciuta al ministero che non ha ritenuto di condividere questa nostra impostazione quindi ci ha imposto di inserire i ticket per il recupero».

La situazione del personale, ha poi proseguito Fiore, è “dolente”. «Sono solo 38mila – ha spiegato – gli addetti, uno dei numeri più bassi in Italia, per non parlare del personale sanitario. A questo si aggiunge il blocco del turn over senza del quale sarebbe possibile, invece, procedere alla redistribuzione del personale. Una soluzione – ha concluso - potrebbe essere quella di 'capitalizzare il personale rinveniente da quegli ospedali che sono destinati a 'morirè per inserirlin
altre strutture».

fonte : gazzetta del mezzogiorno