sabato 7 maggio 2011

La Puglia all’avanguardia per quanto riguarda la Telecardiologia



Una buona pratica che dopo sei anni di attività ininterrotta, dovrebbe diventare modello da esportare non solo a livello nazionale, ma anche europeo. Una buona pratica che in Puglia negli ultimi sei anni ha salvato la vita a circa 50mila persone colpite da infarto. Ambulanze attrezzate (169), punti di primo soccorso (36), terapie anti infarto più tempestive, ma soprattutto una centrale unica di Telecardiologia, aperta 24 ore su 24,
 presidiata da medici cardiologi in grado di intervenire in tempo reale, per 365 giorni all’anno, refertando l’elettrocardiogramma (effettuato dalle ambulanze del 118 Puglia) e una struttura che mette in rete tutti i centro cardiologici pugliesi.I dati, le cifre e il modello di governance presentato oggi a Roma in un’affollata conferenza stampa dal presidente della regione Puglia Nichi Vendola e dall’assessore alla salute Tommaso Fiore, parlano molto chiaro. “La nostra è una delle più avanzate esperienze a livello europeo – ha detto Vendola – abbiamo realizzato oltre 300mila interventi in sei anni, salvando la vita ad oltre 50 mila persone, un record per quanto riguarda le prestazioni in emergenza. La nuova frontiera è proprio la telemedicina, una traccia di lavoro straordinario perché il nostro compito, di decisori politici, è quello di agganciare, in questo caso alla salute, l’innovazione tecnologica quale strumento che porta più tempestivamente e più efficacemente una risposta alla domanda che viene dai cittadini. In tal modo liberiamo l’ospedale anche dall’idea di essere una specie di discarica dove si trasferisce qualsiasi domanda di salute a volte anche inappropriata”.  Insomma per Vendola il mondo della sanità non è “soltanto un cumulo di criticità e opacità, ma ci sono anche buone pratiche che vanno esportate e che devono costituire un esempio, proprio perché possano rappresentare una Puglia non retorica”.
Sul contesto all’interno del quale è nata la Telecardiologia in Puglia (“il servizio è nato nell’ottica dell’aumento delle potenzialità del servizio di emergenza del 118”) e sulla possibile estensione della telemedicina anche ad altre patologie si è soffermato l’assessore alla salute Tommaso Fiore. “E’ possibile ipotizzare – ha detto Fiore – un intervento della telemedicina nel campo delle patologie cerebro vascolari (ischemia cerebrale) perché possono essere ben affrontate in tempi rapidi”.
Due i principi cardine della telemedicina ribaditi più volte nel corso della conferenza stampa anche dal direttore dell’Ares Puglia Franco Bux e dal direttore di Cardiologia del Policlinico di Bari Gianfranco Antonelli. Appropriatezza dei ricoveri (e quindi risparmio in termini economici perché decine e decine di migliaia di casi non hanno ricevuto il ricovero che sarebbe stato inappropriato) ed equità territoriale, raggiungere cioè in qualsiasi momento e ovunque qualsiasi ammalato. 
Alla conferenza stampa, moderata dalla giornalista Manuela Lucchini, ha partecipato anche Francesco Fedele, direttore di Cardiologia della Sapienza di Roma. 
Telecardiologia Puglia è un progetto della regione Puglia, assessorato alla salute e dell’Ares in collaborazione con il 118 Puglia e con Cardio on line.
Dati
Ben 45.148 sono stati i casi urgenti in cui la Telecardiologia si è dimostrata decisiva, su 306.829 interventi effettuati, dall’11 Ottobre 2004 al 31 dicembre 2010, dal 118 pugliese. Grazie a questo servizio, attivato per la prima volta in Italia su tutte le ambulanze di una intera regione, è stato possibile riconoscere sul luogo del soccorso i casi di infarto e di altre patologie gravi ed intervenire con terapie tempestive e appropriate: 20.799 infarti e patologie ischemiche, 24.349 aritmie importanti, i casi gravi rilevati.
Non solo. E’ stato possibile evitare il ricovero improprio per 261.681 pazienti: sono stati, infatti, 178.133 (58,06 %) gli elettrocardiogrammi (ECG) risultati nella norma, e 83.548 (27,23 %) interventi hanno rilevato patologie cardiache di minore entità. La diagnosi tempestiva ha consentito di ridurre notevolmente lo stato d’ansia dei pazienti e la mancata ospedalizzazione in strutture specializzate ha fatto registrare considerevoli risparmi per il servizio sanitario pubblico. La Telecardiologia sul 118 si integra con la Rete IMA, il progetto dell’ARES Puglia che collega le 32 Unità di Cardiologia presenti sul territorio per indirizzare immediatamente alla più vicina unità coronarica il paziente acuto, allertando preventivamente il reparto e iniziando più tempestivamente la terapia. Secondo la stima dell’Osservatorio Epidemiologico Regionale, il nuovo modello di intervento nelle emergenze cardiache è stato determinante per ottenere una riduzione della mortalità coronarica del 50 % (833 casi), pur in presenza di un sensibile incremento della patologia (dai 4.577 infarti acuti del 2004 ai 5.339 del 2009).
fonte:sanitalia web.it

martedì 3 maggio 2011

Neonato in fin di vita, Ambulanza presa a calci: la sirena disturbava i pellegrinIi

Ecco cosa succede con i fanatismi: un neonato ha rischiato la vita perché i pellegrini si rifiutavano di far passare l'ambulanza, presa anche a calci. Solo la Protezione Civile, che ha disperso la folla, ha salvato la vita al neonato.


Della serie: i disastri del fanatismo religioso non finiscono mai. Ieri un neonato  di poche ore che a causa di una malformazione doveva essere trasferito d’urgenza al Bambino Gesù, ha rischiato la vita a causa dei pellegrini venuti da tutto il mondo per la beatificazione di Papa Giovanni Paolo II, i quali, infastiditi dalle sirene, hanno cominciato a prendere a calci l’ambulanza.
Bloccata dalla folla tra via della Conciliazione e piazza Pia, l’autista dell’ambulanza usa la sirena per fare capire che si tratta di un’emergenza, ma i pellegrini non comprendono e prendono a calci il mezzo. I parenti del bimbo, che seguono dietro in automobile, angosciati e anche loro intrappolati.

Solo l’intervento caparbio dei volontari della protezione civile e di agenti della polizia municipale 
ha evitato il peggio, riuscendo ad aprire, ma solo dopo dieci minuti, un varco fra la folla. Ora il neonato è stato stabilizzato al Bambino Gesù, le sue condizioni sono ancora critiche e solo domani si saprà se è necessario un intervento chirurgico.
Resta solo l’indignazione e lo sgomento.
 Qualcuno, furbo, dirà: “Perché l’ambulanza è passata di lì?”, perchè era il tragitto più breve.
E perché per legge l’autista deve seguire il percorso ordinario, visto che nessuna comunicazione ufficiale lo ha modificato, ma assolutamente imbecilli quelli che erano là in attesa della beatificazione: non essere disturbati nella preghiera vale di più della vita di un neonato? Bella roba.
Tratto da QdS