sabato 5 marzo 2011

Puglia INTERNALIZZAZIONE Servizi Sanità: Sentenza Corte Costituzionale

Dopo la sentenza della Corte Costituzionale
il percorso deve riprendere
   La recente Sentenza della Corte Costituzionale che tocca, tra l’altro, alcuni articoli della Legge Regionale 4/2010 relativi al processo di internalizzazione dei Servizi della Sanità pugliese,conferma la legittimità del percorso intrapreso e fortemente voluto dai Lavoratori con il sostegno continuo della Unione Sindacale di Base.
                                                                                                                                                                
         Nel dettaglio, la sentenza della Suprema Corte pone invero alcuni rilievi riguardo a determinati aspetti e criteri che dovranno essere osservati:

Ø la non procedibilità ad assumere “... a tempo indeterminato”  è motivata dalla necessità di attenersi a quanto previsto dalle Leggi nazionali che normano la materia; per la Corte non può essere una Regione a stabilire la tipologia di contratto;
Ø la incostituzionalità di parte del comma 4 impone l’esigenza di effettuare la “selezione” per il passaggio del personale già in servizio con le Aziende esterne che cedono il servizio alle Società in house.

Approfondiremo i contenuti della Sentenza con i nostri Legali ed Esperti e discuteremo insieme ai Lavoratori sulle iniziative da mettere in campo per riprendere in tutte le ASL l’iter per l’internalizzazione dei servizi.

In tal senso, sono state programmate già alcune ASSEMBLEE che si terranno:

Martedì 8,  ore 17
USB TORREMAGGIORE/FOGGIA    Via Magenta 39

Mercoledì 9,  ore 16.30
USB BARI – Via Pisacane, 91

    Come USB, non avendo mai abbassato la guardia rispetto ad una vertenza che pone al centro la sacrosanta esigenza di superare la precarietà del lavoro e della vita, da oggi riprenderemo a premere presso tutte le Istituzioni nazionali e regionali, oltre alle Direzioni Genareli delle ASL  pugliesi, affinchè siano individuate le opportune soluzioni per proseguire un progetto che, ricordiamo, restituisce dignità e diritti ai Lavoratori, fa risparmiare risorse economiche alla collettività e migliora i servizi agli utenti.   

Consulta, terremoto nella sanità annullate migliaia di assunzioni


La Corte costituzionale ha bocciato la legge regionale sulle stabilizzazioni: per migliaia di dipendenti torna lo spettro della precarietà. Coinvolti dirigenti, medici dei reparti e del 118, lavoratori socialmente utili. L'assessore Fiore: "Sconfitta politica"

di PIERO RICCIConsulta, terremoto nella sanità annullate migliaia di assunzioniQuelli che temevano di più la sentenza della Corte costituzionale, i lavoratori "schiavizzati" da aziende di servizi che speravano di essere internalizzati dalle società in house costituite dalle Asl, saranno i meno colpiti dal giudizio della Consulta: potranno anche essere assunti nelle società pararegionali, ma possono scordarsi un contratto a tempo indeterminato. 

La legge 4 del 2010, quella che dettava norme urgenti in materia di sanità e di servizi sociali, è stata praticamente decimata in tutti gli articoli studiati ad hoc per declinare al passo la precarietà del lavoro nel sistema sanitario pugliese. Dopo la relazione del giudice Sabino Cassese, per migliaia di lavoratori che erano stati stabilizzati, assunti a tempo indeterminato, c'è la barriera insormontabile della Consulta.
"È una sconfitta politica", osserva l'assessore alle politiche della salute, Tommaso Fiore. Ma lo dice, a caldo, conoscendo solo una parte della sentenza appena pubblicata e che gli avvocati della Regione stanno studiando. "Hanno lasciato in piedi il giocattolo delle società in house", aggiunge l'assessore. Ma quello che è stato smontato è il complesso delle stabilizzazioni e delle assunzioni.

Per esempio è incostituzionale la norma che consentiva ai dirigenti medici di restare in servizio dopo cinque anni in una disciplina diversa di quella per la quale erano stati assunti. È illegittima anche la norma che ha permesso al personale a tempo indeterminato presso aziende o enti del servizio sanitario nazionale (SSN) ma in servizio a tempo determinato al 31 dicembre 2009 presso un'azienda o ente del servizio sanitario della Regione Puglia, di restare in Puglia a tempo indeterminato.

La mannaia dei giudici costituzionali colpisce anche la stabilizzazione degli ex Lsu in servizio da cinque anni nei servizi di riabilitazione, tossicodipendenze, assistenza domiciliare integrata e prevenzione. Così per i co. co. co adibiti al servizio di assistenza domiciliare, riabilitazione e integrazione scolastica.
Salta la norma per i medici precari del 118 da almeno tre anni. A farne le spese sono anche i medici precari che lavoravano per l'Ares e quelli in servizio negli istituti penitenziari. Ce n'è anche per i direttori generali: non perderanno il posto, ma non potranno avere uno stipendio annuo superiore ai 111mila euro.
E ancora: non è valida la riserva del 50 per cento dei posti nei concorsi per gli interni tra i quali erano stati ripescati (in modo incostituzionale) anche i titolari di rapporto di lavoro a tempo determinato nelle asl per progetti finalizzati. Via dai concorsi anche la riserva del 10 per cento per i lavoratori in mobilità delle cliniche private. Illegittime anche le norme che non escludono dalle norme di stabilizzazione "il personale delle aziende ospedalierouniversitarie o, comunque, non prevedono un rinvio a protocolli di intesa tra università ed enti ospedalieri nè alcuna forma di intesa con il rettore". La meno devastante delle censure costituzionali è appunto la parte che riguarda le internalizzazioni.

"La Corte smonta la nostra ipotesi del tempo indeterminato che per noi è un valore perché noi lottiamo contro ogni forma di precarietà. Per il resto  -  ha concluso l'assessore  -  le sentenze si applicano. Chiederemo subito un incontro al ministro Fitto, dopo gli impegni assunti per individuare una soluzione". E così auspica il presidente del Consiglio regionale, Onofrio Introna: "Sono certo che il governo regionale troverà le soluzioni più opportune". Per Rocco Palese (Pdl) "è una sconfitta amministrativa ed è una bocciatura dell'uso politicoelettorale di leggi regionali".