martedì 17 agosto 2010

un passo verso la figura del soccorritore professionale

Nasce l' AISPRO

A differenza delle realtà più prossime che ci circondano, il sistema del soccorso in Italia è solidamente basato sul Volontariato, su migliaia di persone che ammirevolmente e gratuitamente ogni giorno svolgono il loro servizio sulle ambulanze. Un impegno, a volte costante a volte un po’ meno, svolto certamente con molta passione, grazie al quale valori come la solidarietà e il rispetto per gli altri sono ancora vivi e profondi nella realtà nostrana. Tuttavia, ciò comporta che l’approccio all’attività di soccorso non sia di tipo professionale, nonostante il compito importante e determinante che svolge un soccorritore.

Innanzitutto, occorre fare chiarezza su cosa si intende per soccorritore.

Per definizione, si tratta di un soggetto adeguatamente addestrato che, all’interno di un’équipe, interviene generalmente per primo a prestare soccorso a chi versi in circostanze di bisogno, che si tratti di un incidente, di un malore o di qualsiasi altro evento in cui si sia in presenza di un’emergenza sanitaria.

In realtà non tutto il lavoro del soccorritore può essere racchiuso in questa semplice definizione, anzi, non è per nulla facile da spiegare, persino per me che svolgo questa attività da tanti anni. Spesso, a chi me lo chiede dico scherzando “io vado dove la gente non vorrebbe che andassi”. Nessuno vorrebbe aver bisogno di un’ambulanza…nessuno, suppongo, desidera mai vedere un soccorritore in casa propria.

In effetti, il soccorritore agisce nelle circostanze più svariate, e nella moltitudine di scenari ai quali ogni giorno egli può andare incontro, particolarmente rilevante diventa la formazione e la preparazione tecnica e psicologica di cui un soccorritore deve essere in possesso. Occorre, però, ammettere che, purtroppo, il percorso formativo nel nostro Paese è il più delle volte inadeguato, troppo variabile da regione a regione, e in alcuni casi del tutto inesistente.

Anche se non si può fare a meno di considerare quanto nel corso degli ultimi anni il mondo del soccorso preospedaliero italiano si sia evoluto per complessità di protocolli, manovre e attrezzature utilizzate, si è ancora molto distanti da un sistema di corretta e completa formazione del soccorritore. Il suo percorso formativo, infatti, non può ridursi a qualche schemino, a filastrocche e a sequenze imparate a memoria. Nella migliore delle ipotesi, qualche ora di corso -come ad esempio le 120 ore previste per i corsi di formazione della Regione Lombardia- e una serie di protocolli acquisiti schematicamente, pur essendo una buona base di partenza per la formazione di un soccorritore volontario possono solo parzialmente essere sufficienti a preparare un soggetto ad affrontare al meglio le molteplici situazioni d’intervento possibili, e di certo non possono, e soprattutto non devono, costituire la preparazione definitiva di un soccorritore professionale.

Il soccorso in Italia è ancora troppo vecchio, antiquato, se paragonato ai principali Paesi Europei, dove l’emergenza preospedaliera si basa su un servizio generalmente solido, ben concepito, preparato, e soprattutto riconosciuto.

Nel nostro Paese manca tutto questo, manca un’identità propria e ben definita del soccorritore, manca la sua professionalizzazione, anche se non la sua professionalità.

E cosa stiamo aspettando? Perché non fare sì che questa, come qualunque altra professione, sia ufficialmente riconosciuta e tutelata?

Riconoscere una professione vuol dire innanzitutto valorizzarla, stimolarne l’evoluzione e garantirne un futuro, una crescita, una stabilità professionale e formativa. Vuol dire avere rispetto per chi fa di questo lavoro la propria vita e non solo un hobby.

L’AISPRO, la prima Associazione rivolta ai Soccorritori Professionali in Italia, ha tra i suoi intenti principali quello di sensibilizzare la popolazione e soprattutto le Istituzioni rispetto all’assenza di una professionalizzazione del soccorso in Italia, e per cercare di colmare questa lacuna mira a diventare un punto di riferimento per tutti i soccorritori, diffondendo le conoscenze scientifiche, tecniche, metodologiche e applicative riguardanti il soccorso preospedaliero, promuovendo un’attività di aggiornamento professionale permanente, elaborando e sviluppando proposte, criteri applicativi, guide tecniche e parametri professionali di riferimento, e favorendo la collaborazione con le Associazioni nazionali e internazionali operanti in questo campo.

Chi, come me, ha creduto e crede nel progetto AISPRO l’ha fatto sperando che si arrivi, finalmente, anche in Italia a rendere il giusto valore e il giusto merito ad una categoria fino ad oggi troppo ignorata, bistrattata e sottovalutata.

Nella fiduciosa attesa che ciò avvenga non ci resta che aspettare il cambiamento!

Giuseppe Montalbano

Soccorritore Professionale


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